
Gli incentivi pubblici per l’efficienza energetica, come il Conto Termico, rappresentano un’importante opportunità per cittadini e imprese che intendono riqualificare i propri immobili, sostituire vecchi impianti o adottare tecnologie più sostenibili. Tuttavia, l’accesso a tali benefici è vincolato al rispetto rigoroso di norme tecniche e amministrative. Anche un errore apparentemente banale può compromettere la concessione del contributo.
È quanto accaduto in una recente vicenda giudiziaria, conclusasi con una sentenza del TAR Lazio che ha confermato la legittimità del rigetto della domanda per un errore formale nella causale del bonifico.
1. Il caso: incentivo perso per un errore nella causale
Un cittadino del Friuli Venezia Giulia ha richiesto il Conto Termico per la sostituzione del proprio impianto di climatizzazione invernale, intervento pienamente rientrante tra quelli previsti dal DM 16 febbraio 2016. La documentazione presentata era formalmente completa, comprensiva di fatture e prova del pagamento.
Tuttavia, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha riscontrato un errore decisivo: il bonifico era stato eseguito con il modello standard usato per le detrazioni fiscali, non quello richiesto per il Conto Termico, con causale non conforme.
Nonostante il tentativo del cittadino di sanare l’errore presentando una nuova disposizione di bonifico e un’autodichiarazione sull’assenza di altri benefici, non è stata fornita la prova dell’annullamento del pagamento originario. Questo ha lasciato aperta la possibilità di cumulo illecito degli incentivi.
2. Il ruolo del GSE e l’importanza dei controlli
Il GSE è responsabile della gestione degli incentivi per l’efficienza energetica, con il compito di garantire il rispetto delle normative e la trasparenza nell’utilizzo delle risorse pubbliche. Le verifiche, previste dal D.lgs. 28/2011 e dal DM 16/02/2016, possono essere sia documentali che ispettive.
Uno dei pilastri del sistema di controlli è il divieto di cumulo tra diversi incentivi pubblici. Per questo motivo, la tracciabilità e correttezza dei pagamenti sono elementi fondamentali per accedere al Conto Termico. In questo caso, l’anomalia nella causale del bonifico ha introdotto un rischio di sovrapposizione con altri incentivi fiscali, rendendo la domanda inammissibile secondo il GSE.
3. La sentenza del TAR Lazio: rigore formale a tutela dell’interesse pubblico
Con la sentenza n. 12387/2025, il TAR del Lazio ha confermato l’operato del GSE, stabilendo che l’errore nella causale del bonifico non è sanabile a posteriori, a meno di prove certe e rigorose che dimostrino l’annullamento del pagamento errato e l’assenza di cumulo.
Il tribunale ha sottolineato che in materia di contributi pubblici la certezza procedurale prevale sull’equità sostanziale. In assenza di garanzie assolute sulla tracciabilità e sulla conformità dell’intervento, il rigetto della domanda è legittimo.
Come evitare errori nella richiesta del Conto Termico
Per tutelarsi ed evitare il rigetto del contributo, è fondamentale:
-
Utilizzare esclusivamente il modello di bonifico previsto dal GSE per il Conto Termico.
-
Verificare con attenzione la corretta compilazione della causale, come indicato nelle linee guida ufficiali.
-
Evitare qualsiasi doppia rendicontazione della stessa spesa.
-
Conservare tutta la documentazione, compresi eventuali annullamenti o rettifiche di pagamento.
Conclusioni
La sentenza del TAR conferma l’approccio rigoroso nell’erogazione degli incentivi per l’efficienza energetica. Anche un errore formale può compromettere l’intero processo, con la conseguente perdita del contributo. Per questo è fondamentale prestare massima attenzione a ogni fase della procedura, dalla scelta del modello di bonifico alla trasparenza della documentazione.
In tema di incentivi pubblici, la forma è sostanza.